Han fatto lo sciopero

Oggi giornata a rischio per il trasporto pubblico qui a Roma. Tuttavia i disagi sono stati contenuti. Sull'autobus siamo stretti stretti, una ragazza mi sorride. A me diventa subito un po' duro - microerezione mi hanno spiegato - ma ho addosso un'anziana signora che approfitta così di questa imbarazzante attenzione. Io scendo alla mia fermata, lei, la ragazza, prosegue chissà per dove. In redazione è tutto tranquillo, anche M. è giunta al lavoro puntuale e si occupa dei suoi compitini. In serata, qualche minuto fa, chiama il Prof.: "Ricchione" mi fa. E mi chiede se mi sono trasferito; dico che no, che lo faccio domani e che quindi l'aperitivo salta. Gli chiedo del Savio, fa trapelare che ha passato la notte fuori e che è tornato distrutto alle sette di mattina, sarà per questo che non blogga. Ma poi non c'era sciopero ieri? Per me tira più un carro di buoi.

Super eroi o super errori

Ebbene sì, è proprio quello ci vuole. Stamattina mi sono alzato di buon ora dopo una bella dormita. Affianco a me, su un altro letto, c'era lei che dormiva supina con le cosce leggermente divaricate. Se fossi stato il suo ragazzo l'avrei colto quel bel fiore. Ma non lo ero e mi sono rifugiato in bagno a lavare il viso con abbondante acqua fresca (sapete come c'è scritto su quelle boccette che contengono prodotti irritanti per gli occhi, non per la vista che questo sia ben chiaro). Questa che si prepara sarà l''ultima notte. Ieri solo ieri allo specchio sembravo una specie di supereroe con quella strana maschera nera, ma questa è un'altra storia che qui non posso raccontare. Tutti i supereroi del resto prima o poi appendono la maschera al chiodo e io lo stesso. Al Savio devo un favore spero riesca a perdonare questa mia scortesia.

Ecco i negozi

Sarà come non stare a casa. Ieri sul più bello, l'ho detto solo per farle paura, racconto di un buon vecchio amico e dei suoi problemi sul lavoro. Lei però non si scompone, sa come vanno certune cose. Lui invece attacca con la solfa che le persone basse, è a tutti evidente che questo buon vecchio amico sia basso, stanno male in giacca e cravatta. Lei aggiunge che dipende dalla fattura di un abito e non dall'altezza e cita un esempio, neanche a farlo apposta. Io non reagisco e li lascio dire. Stamattina poi, mi arriva da casa roba. Cose così per l'inverno. Niente che abbia un colore moda, niente di tutto questo. E mi torna in mente il discorso di ieri e certe altre cose mentre faccio appiedi la strada che porta alla fermata dell'autobus che prendo senza biglietto. Per chi voleva saperlo.

Come è andata a finire?

L'idea di Viterbo era troppo. Fuori dalla mia portata proprio. Quindi ho cercato e trovato una sistemazione a Roma, ovviamente fuori le mura. Il prezzo è conveniente e anche l'appartamento affatto male. Chi me lo mostra mi fa vedere l'ampio salone, la confortevole cucina, il comodo bagno, le luminose camere; e mi convince. In un secondo appuntamento vengo a sapere che dividerò la camera con un ragazzo abruzzese, uno che conosco, uno di un paese vicino al mio.
Tutto apposto la caparra l'ho data e il trasferimento avverrà fra la fine di questa e l'inizio della prossima settimana. Finalmente potrò trovare un po' di pace anche se mi addolora lasciare quei due bei sederi. Era davvero piacevole.

Senzatettismo

Gentile redazione mi occupo da vari anni di problematiche sociali. Nel mio lavoro mi è capitato spesso di imbattermi con termini quali sans-abrisme per il francese e homelessness per l'inglese. Cio che mi chiedo da tempo, e che vi chiedo ora, è se sia possibile creare una parola per l'italiano tipo senzatettismo? E' corretta? Mi prendono in giro perchè ritengono che il termine sia più adatto a me, che in effetti ho poco seno, piuttosto che ai sernza-tetto (con o senza trattito).
G. Vecchia.

Risponde Leonardo Oddi
In primo luogo è necessario compiere una distinzione fra parole esistenti, parole possibili e parole impossibili o malformate. Per le parole che hanno una morfologia complessa, cioè che presentano un tema o radice (su l'elemento base nei processi di formazione di parole c'è ancora aperto un grande dibattitto) e un affisso, sia esso prefisso, suffisso, confisso o parola libera, è difatti obbligatorio premettere una tale distinzione. Oltre a parole formate correttamente e esistenti (cioè attestate con stabilità nell'uso e presenti se non nei dizionari, almeno nei testi anche di natura tecnico-specialistica, come ad esempio: orzata, impossibile, autotrasporto, elettromiografia, ecc.). Esistono parole che se pur formate correttamente non sono registrate nei dizionari, in primo luogo per ragioni di spazio, e presentano una bassissima attestazione nei testi: i cosiddetti occasionalismi; si pensi a parole come: pseudoinventore, clintoniano, mangiafritelle, ecc. Parole quest’ultime create spesso con intento ludico, ironico, o più di frequente presenti nella lingua colloquiale. Le parole formate in maniera non corretta sono quelle in qui non vengono applicate correttamente le regole che attendono alla formazione di parole o risultano all'uscita del processo di formazione semanticamente scorrette: *seperabilein, *dolceità, ecc. Senzatettismo è una parola derivata da un termine già morfologicamente complesso senzatetto con l'affissione del suffisso -ismo, uno di suffissi di maggior successo nella lingua italiana specie per la formazione di occasionalismi, che come detto, faticano a stabilizzarsi nell'uso. ll suffisso -ismo può essere aggiunto ad aggettivi, nomi, nomi propri, verbi, confissi e frasi! (menfreghismo); a ciò si aggiunga che il valore semantico di -ismo non è stabile ma dipende dalla base a cui esso è posposto. Questa grande libertà permetterebbe di considerare senzatettismo una parola formata correttamente anche se esiste qualche limite nella derivazione di termini formati da un preposizione e un nome. Da una indagine condotta attraverso vari motori di ricerca presenti in internet il termine non risulta tuttavia attestato. Spetterà a Lei dunque la sua vita e diffusione.
¤

Fallimenti

Ieri serata piovosa. Mentre venerdì è trascorso con un tasso alcolico alto (in fondo non così alto) per cagione di un ventilato licenziamento mio e del mio collega cosentino. La nostra agenzia per il lavoro ci contatta e ci comunica, ahi noi, che il contratto non sarebbe stato rinnovato. A una birra bevuta con rabbia, seguono un amaro, un Martini e vari giri di Campari e gin. In serata poi ci scoliamo una bottiglia di Pampero e almeno un altro paio di pinte. Il mio excollega è stato portato a braccio da via Nazionale alla stazione Termini capolinea della linea notturna 12N. Per ciò che mi riguarda non ho notizie certe, la speranza è appesa ad un filetto e si da il caso che in questa circostanza è molto facile che si spezzi. Ma torniamo a ieri. La serata si era aperta con un Bianco Sarti a cui ha fatto seguito una cena etnica in vista delle elezioni in Iraq. Dopo è stato di rigore un amaro, io ho preso un Lucano altri costretti dallo scarso assortimento hanno ripiegato chi su una Vecchia Romagna, chi su un Montenegro e chi su un Fernet. Un locale cool ci avvolge con un'ottima musica. Borghesi dell'ultima ora starnazzano insulse bestialità. Trattengo un giudizio e tiro in dentro lo stomaco. E' già ora di togliere le tende. Matteo rompe gli indugi con la forza di un Panzer(otto). Al meglio si beccherà un malanno.

Amore e Orte

Miei cari, si avvicina per il Vs. affezionatissimo un periodo piuttosto turbolento. Il mancato rinnovo contrattuale presso Cartasì ha generato una serie di situazioni inattese. Innanzi tutto posso dare da qui la buona novella: inizierò uno periodo di stage in un importante settimanale della capitale. Poi si vedrà, nel frattempo però debbo risolvere una serie di problemi. In primo luogo quello abitativo. Roma è una città carissima gli affitti (lo dico solo per chi non è di Roma e non è al corrente di una simile realtà) sono esosi; una camera in un appartamento composto da tre stanze può arrivare a costare anche 500 euro/mese cifra impossibile per uno stagista (Word me lo segna come errore perché?). A ciò va aggiunto che il trasporto urbano nella città eterna non è fra i migliori. Trovare quindi una sistemazione economica (sempre 280/300€ ci vogliono) in un quartiere periferico significa accollarsi almeno un’ora, un’ora e mezza di viaggio. Oggi però un idea datami dal babbo che guarda il tglazio in terra d’Abruzzo grazie al satellite artificiale. Molti precari romani (perché questo siamo) hanno scelto per vivere (dormire) VITERBO. Sì. A Viterbo (città universitaria quindi anch’essa bulbipelifera) una camera costa non più di 200€ AL MESE!. Ma si puo trovare una soluzione anche a molto meno Portaportese segnalava un annuncio di una camera pr ragazza a 130€. Ora alcune questions:
Quando tempo dista VT da Roma?
Con il trenino Roma-Orte fino a Saxa Rubra e da li con i mezzi Cotral poco più di un’ora. MI hanno detto.
Quanto costa l’abbonamento Cotral fino VT?
Boh? Forse
Fino a che ora e collegata VT con Roma?
Idem.
Miei cari lettori datemi una mano a risolvere l’arcano.
Ps. Un mio certo conoscente mi ha detto che è possibile affittare una camera a basso prezzo (naturalmente sottobanco) presso una residenza universitaria della azienda per il diritto allo studio, sarà vero? W VT No alla speculazione dei padroni di casa romani! Al più presto metterò on-line un rapporto/tabella con le varie possibili soluzioni.

Faccia di cane

Oggi Faccia di Cane l'avevo a un tiro di schioppo, i suoi numerosi reggiseni push-up, le sue colaratissime magliettine smanicate, il suo bel colorito olivastro, la sua fluente chioma scura, mi mandavano il sangue alla testa. Non mi si incula per niente. Io e il mio collega N., che nel frattempo ha stretto contatti con l'amichetta, l'abbiamo invitata a fare una pausa in sala break. Con la scusa della fessura bassa Faccia di Cane ha inserito le monetine di eurolandia inarcando di parecchio il bacino. Quando, mi sono chiesto, i cani inarcano così il bacino? Solo quando sono in calore, mi dice il mio collega N. In preda a una crisi isterica ho alzato il braccio destro con la mano apertissima e le ho dato una sberla sul culo. Il mio collega N. incredulo scoppia in una risata senza precedenti mentre FdC si rialza dolorante. Allora apre la lattina di coca-cola paziente per non rompere le unghie e ne beve un sorso tornando alla sua postazione. Con mio grande stupore la reazione di Faccia non è stata quella di un cane. Una volta davanti al mio monitor noto strani movimenti alla mia sinistra, questa volta. La mano di Faccia si avvicina lentamente sul mio pacco avvilito da giorni, ne afferra il contenuto e comincia a muovere la lingua appena rinfrescata dalla base del pene fino alla sommità del frenulo. Le urla della TL fanno accorrere tutti gli staffati sul luogo del misfatto. Ormai ero già venuto, la bocca piena di seme sorrideva soddisfatta al suo nuovo lavoro.

Nota il post di oggi non mi appertiene non ho mai toccato il sedere di Faccia di Cane con cui mi scuso per l'increscioso e inspiegabile episodio).

Water law

Non è vero che la città in agosto si svuota. Sì, la mattina per strada non c’è il solito traffico; sì, molti esercizi hanno la serranda abbassata e un cartello con su riportane due date distanti fra loro almeno quindici giorni; sì, gli antifurto degli appartamenti con le chiavette del gas in posizione orizzontale suonano in piena notte, ma a parte ciò non si avverte una profonda cesura fra agosto e gli altri mesi della bella stagione. Da molti anni, come leggevo giorni addietro su Repubblica - i quotidiani in estate sono pieni di refusi - gli italiani anno scoperto la differenza fra ferie e vacanze. Questo anno tuttavia, vuoi il caro-petrolio, vuoi che il mare o luglio o settembre, vuoi l’allarmismo di alcuni meteoròlogi, agosto si mostra nelle grandi città un mese decisamente a misura d’uomo. A pochi svantaggi, si contrappongono numerosi benefici. Innanzitutto, per chi con me condivide l’abitazione con altri per i quali agosto e Roma sono due termini antinomi, la possibilità di non ammazzarsi con lo spazzolone dopo che si è usato il water: un vero relax. A questo va aggiunta la facilità - opposta in un certo senso alla prima - con la quale si hanno relazioni sociali. I ‘pochi’ rimasti, infatti, si incontrano con estremo piacere. Ciascuno da fondo alla propria rubrica telefonica a caccia dell’ultimo amico: quello che stato tutta la stagione in panchina o in tributa addirittura, e questi molto spesso, accetta di buon grado un incontro che molto spesso può essere alcolico. Forse io sono fortunato e parlo da una pozione agevolata dal momento che a Roma, l’amministrazione comunale si è sempre mossa per rendere agosto un periodo in cui è possibile fare esperienze culturali di vario tipo. Molto gettonate da chi resta o deve restare sono le numerose arene all’aperto dove oltre a vedere film di qualità è facile fare conoscenze, o almeno condivide un emozione al buio con qualcun altro. Se la fila nei musei la lasciamo fare ai turisti in vista anche delle minacce rivolteci dagli estremisti islamici, ci restano comunque altri modi per trascorrere una serata in spensieratezza.

Pape Satàn, pape Satàn aleppe!

Pazi mi tormenta perché io trovi una donna, chissà poi per quale ragione? Ma io non ne ho voglia e per adesso non ne sono capace. Ad ogni modo oggi al lavoro (lavoro da qualche tempo in un nuovo callcenter in zona Cinecittà) si è seduta accanto a me una ragazza, uno splendido esemplare di biondina (per me sono tutte bionde anche le castan escure) di 28 anni, una puledrina niente male, che un po' inesperta sulle procedure del lavoro, mi chiedeva consigli - istruzioni - di continuo. Io fra il serio e il faceto glieli davo - compromettendo anche la mia resa contattoararia - impugnando assieme a lei il mouse accarezzandola involo, indicandola etc. Ma non ho avuto resitementi muscolari diciamo così. Anche a fine lavoro, quando tutti gli operartori scappano a firmare il foglio presenze dopo essersi slogati (attenzione a i termini), ho continuato a darle qualche dritta; (mi diceva tu devi restare con me fino a fine turno) finchè una TL preoccupata non è venuta a rompere il filo, il filetto e l'atmosfera.

Che vi posto?

Ieri Cinthia (uso questo stratagemma grafico per non far spazientire o irritare qualcuno, chi legge queste pagine conosce la potenza evocativa della PAROLA, specie nella sua forma scritta) era davvero carina. La magliettina bianca metteva in evidenza il suo bel colorito e tutto il resto (ometto la citazione baglioniana per quel poco di decenza che mi resta). Anche la serata, in cui il Savio ha dimostrato ancora una volta quanto vale, restando poi con l'immancabile pugno di mosche in mano, è trascorsa, caldo a parte, in modo piacevole. Avvertivo però un senso di non appartenenza, di estraneità, di celato disagio. Quante postpostserate postuniversitarie come quelle di ieri ci saranno ancora? Quando finirà questo lento e penoso ultimo capitolo? Voltare pagina non, basta serve un nuovo incipit. Sarà per un’altra sera.

San Pietro è Paolo?

Oggi a Roma è festa. I romani, nessuno si offenda se li chiamo così, hanno approfittato - chi ha potuto - della bella giornata di sole per raggingere le località della costa. Si possono annoverare: Ostia, ragginta da mia sorella, che fra l'altro romana non è, e odia questa città e i suoi residenti; Tor Vaianica, da una fetta più o meno ampia di salariati; Capo Cotto, da qualche guappo senza se e ma; Fregene, da chi ha potuto muoversi (incolonnarsi) a bordo di station-wagon o cabrio o spider. L'elenco potrebbe continuare, ma lo interrompo qui. Per i romani il mare è qualcosa che gli appartiene, che sentono loro. Si dilungano in discorsi sulle personali preferenze di tratti di litorale a nord o a sud della capitale, argomentando il discorso in modo empirico con esempi e esperieze personali. Io resto in città, alle due dovrò uscire per raggiungere Rebibbia e telefonarvi a casa. Buona ADSL a tutti.

Traite filj de pute

Nel pomeriggio di ieri venivo spronato a produrre in una moderna galera, nella quale i condannati non sono costretti a pagaiare né tanto meno sono remo muniti, ma obbligati invece a indossare una graziosa quanto esiziale (per usare un aggettivo a me tanto caro) cuffietta.
Il Kapò di turno, una donna che mi pare di aver conosciuto in circostanze e luoghi, credo, diversissimi da quelli in cui adesso sono abituato, mi sto abituando, a riconoscerla, incitava gridando ritmicamente a gran voce il numero delle attivazioni residue, i moderni galeotti a darsi da fare per raggiungere in fretta prima della chiusura, la costa: l’obbiettivo.
Io ho fatto la mia parte, altri la loro. C’era chi già dalle dieci della mattina, cuffia in testa, aveva ottenuto (estirpato?), anche 8 attivazioni! (io solo due dalle 16:30 alle 20:00 orario di chiusura). Otto attivazioni significa dato che ieri era sabato e l’attivazione del servizio che propiniamo telefonicamente ai clienti di una nota compagnia di telefonia fissa viene pagata 12,00 € lordi, che nella migliore delle ipotesi per 10 ore di lavoro si possono guadagnare 96,00 € lordi, a cui va poi detratto un 20% di non meglio specificata trattenuta. Si arriva così a 76,80 € quindi a 7,68 €/h. Non male dirà qualcuno ma questa è solo la migliore delle ipotesi. La maggior parte degli operatori guadagna molto di meno. Ma su questo torneremo.

sul punto di...

Un'altra polirematica per esprimere lo stato attuale delle cose. Ieri dopo l'ennesimo briefing, dopo cioè essere stato ancora una volta brieffato per benino (per aspirare a un paga da fame: 4,20 €/h) ero proprio sul punto di. Altri precari e altre precarie, poi, hanno diviso con me (mentre cercavo di essere, di apparire, anche forzandomi in qualche misura, una creatura normale) il pane, il fumo, e il viaggio. Ho voluto, sempre ieri, rompere quel muro di orgoglioso silenzio e affrontare me stesso e poi gli altri, provando ad ascoltarli come prima istanza, facendo poi un ulteriore sforzo per comprenderli. La strada per tornare sulla strada, pare essere ancora faticosa (già nel 1997 con tutt'altre perplessità parlavo di strada, di cammino, di compagnia, di viaggio, usando le stesse parole di adesso; attendere, attenzione, era a quell'altezza già un fare cfr. "Alla Luna Leggera") e per adesso solinga. C'è stato, ora mi pare di capirlo appieno, un punto di smarrimento, un maledetto spazio vuoto, una assenza. Questo vuoto, questa landa senza cielo e stelle mi ha fatto perdere, smarrirmi. Per ritrovare la strada è ora opportuno tornare indietro seguendo le orme che lasciate nel cammino, sperando che il vento che adesso non ha alcun profumo, il tuo speziato è svanito da tempo, non l'abbia cancellate.

"Mi cucino da solo purtroppo"

I lettori più attenti che negl’ultimi tempi sono andati sempre più scemando, avranno senz’altro riconosciuto nel titolo di questo post l’ultimo verso di una mia ormai datata poesia. Sono le sedici e trenta di un sabato pomeriggio non troppo convinto, alzatomi da poco, consumo mentre vi scrivo seduto alla scrivania del computer, un piatto di trenette al pesto che ho preparato da me medesimo. Quando scrivevo quei versi, lamentando anche che nessuno voleva dividere il cuscino e il letto composto facevo riferimento anche a altri significati posseduti del verbo cucinare. TDM nel suo dizionario Paravia ci ricorda che cucinare oltre che: “preparare e cuocere le vivande” ha anche i seguenti significati figurativi e famigliari: “arrangiare, accomodare in modo conveniente: cucinare un compito, cucinare un articolo, […] sistemare per le feste: adesso ti cucino io!”. Cucinarsi da solo quindi vale anche arrangiarsi o peggio flagellarsi. A questo va aggiunto il fatto che cucinare/cuocere hanno un’aria semantica che inferisce con i termini quali: passione, amore, desiderio: essere cotto, cuocere di invidia, ecc. Ora non voglio che il lettore che è giunto fin qui creda che cucinarsi significhi meramente masturbarsi ma in un certo senso è così se consideriamo il termine nel suo significato più ampio (c’è un libro di dubbia qualità ma di grande successo che si intitola “Come smettere di farsi le seghe mentali” o qualcosa del genere).
La sortita di ieri sera al Trinity, locale della capitale frequentato da turiste e altre giovani che vogliono riscoprirsi genuine alla ricerca del salutare biscotto, (come promette una recente campagna pubblicitaria di una nota casa dolciaria) ha suscitato in me le solite perplessità. Riaccompagnando a casa le giovanette (tosette avrei detto un tempo) mi è stato chiesto: “Tu come ti chiami?” – “Leonardo” ho risposto pronto, e lei, la bimba (poteva avere 19 anni): - “Come mai un nome italiano?”. E poi, dopo le mie spiegazioni: - “Parli poco, come mai sei timido o introverso?”. Anche se so che questo esempio non ha valore diciamo ontologico, dice molto su di me magari anche di più di tutta la mia poesia o presunta tale. Chi acconsente taccia.

PBI - Acrobazie necessarie


N. N. Orfei, Arrivare a fine mese: trucchi, espedienti, funambolismi, Editori Reniti, 2004.

Il più importante e noto artista circense italiano, illustra in un pratico manualetto corredato di efficaci illustrazioni, esercizi e tecniche per eseguire salti mortali e altre acrobazie per riuscire ad arrivare sani e salvi alla fine del mese. Un manuale necessario.

A che punto è la botte

Periodo movimentato quest'ultimo. Dopo le ultime serate trascorse nei più noti locali gay della capiatale a caccia di trofei, anche a costo di tornare a casa con le mani insanguinate (o peggio), il Savio sabato scorso ha organizzato una piccola festa in occasione di una particolare ricorrenza, una specie di S. Barbara, in cui sono stati esplosi gli ultimi fuochi di una bella stagione che inevitabilmente giunge al termine. Molte le assenze ma molte anche l'essenze. SAVIO IN-FESTA proponeva l'invito e cosi è stato. Ma adesso veniamo a noi, e a quello che più interessa chi aspetta da tempo, sulle nostre pagine, una novità qualunque. C'è in sostanza da chiedersi, da cosa dipenda l'insormontabile difficoltà incontrata nel produrre qualcosa di positivo dalla nosta redazione, perchè Leo, Edo e Onesto negli ultimi mesi non hanno licenziato nulla che ritenessero atto al: "visto si stampi"? La risposta è più complicata e articolata di quanto possiate pensare. Punto primo: con il trasferimentio della redazione dal quartiere Prati a quello di Casal Bertone, l'umore è finito fin sotto i tacchi e dato che il citato quartiere è infestato da cani e padroni di cani, potete immaginare quale sia lo stato d'animo colletivo. In scondo luogo il mancato rinnovo del finanziamento che la regione Lazio dava al Ns. sito ha aggravato ulteriormente le cose è ognuno di noi è dovuto tornare più stabilmente al proprio lavoro: Leo al call-center, Edoradro alla sua pizzeria, e Onesto dopo un periodo di cassa edile sulle impalcature. Altri motivi poi, più o meno personali, sui quali taccio, hanno complicato orrendamente le cose. Ma quandio arriverà dunque la tanto attesa primavera? Presto vi prometto, difatti ci sono un paio di idee in cantiere che verrano al più presto varate, idee a detta di qualcuno TITANICHE

Il Vs. Andrea l'unico della redazione ancora in piedi.