Carico di spaccio

Nessuno può chiamarsi fuori dalle proprie responsabilità e io non l'ho mai fatto neanche in tempi migliori. Ora che vedo le cose da una certa altezza ve lo posso dire. Lui che è un bel ragazzo non diresti mai indossi un intimo simile. Ha invitato lei che col seno in faccia o più sù le dà ancora qualche Speranza che ne ha bisogno. Io a un tiro di schioppo mi alzo sul trespolo del pulpito e taccio l'ennessima volgare sentenza.

PBI - Era Tanzi una brava persona


C. Tanzi, Come si ricicla il denaro sporco, Carogni, 2004

L'imprenditore parmense ci illustra in modo chiaro ed esaustivo tutte le operazioni per riciclare danaro attraverso l'uso di società off-shore. Un manuale fondamentale per capire i meccanismi della nuova realtà economica italiana.

sul finire

“Quante volte diciamo che bello questa cosa è, e poi ci accorgiamo che questa cosa non è” è questa una battuta presente nel film “Cuori nella tormenta” di Oldoini ed è Verdone a dirlo a Lello Arena. Frase questa che si adatta bene al nostro tempo e al mio personale. Pensavamo che l’Italia fosse un paese civile, ma ci si accorti che così non è dopo l’indifferrenza che il nostro popolo ha mostrato nei confronti dei quesiti referendari. Pensavo che l’Europa fosse una realtà acquisita e imprescindibile, ma da più parti ora comincia a serpeggiare più di un malumore. Pensavamo che questo cuore potesse trovare un battito un respiro comune, condiviso, non è stato così. Nei prossimi giorni la redazione sarà un po’ ferma, abbiamo preso le ferie in blocco. Torneremo, spero, a metà luglio. Ultimi fuochi prima dell’estate.

Coming soon

Giusto ieri il dispaccio d’agenzia sulla fine presunta di questo sentire mi faceva annunciare a tutti con infinito cordoglio l’estremo saluto negato. Oggi invece rincuorato da precipitate parole, attendo. Lo tengo spento per non cercare di continuo in una tasca non mia l’icona di un suono o di una pacata vibrazione inavvertita. Ma niente. Adesso è immobile sul comodino come un qualsiasi ninnolo polveroso. Malinconico - o meglio: patetico, come in passato altre genti hanno cortesi ammonito - conserva al suo interno parole, le frasi che hai lanciato nella rete e a cui mi sono impigliato come un tonno al naturale destino. Le mie carezze cosa non hanno? e il mio sguardo, il mio corpo cosa?

Non ho resistito, ho dovuto cercare il tuo nome in rubrica e col dito incerto sfiorare più volte il tasto verde. Finchè mi sono detto: ma sì. La tua voce mi ha subito calmato. So che non potrà essere diverso, lo so. Cosa mi ero messo in testa! Ma niente, è solo che sono maledettamene disperato o qualcosa del genere. Ho ancora tratti di serenità in cui avverto appieno quanto sia cara la tua compagnia che diventa ogni giorno più rara e forse per questo preziosa. Leggendo son certo che potrai capire, capirmi, e che non ci sarà bisogno di chiedere scusa.

Mica sono Ricucci

Il collocamento del titolo a metà marzo a 6,50 aveva spiazzato un po’ tutti gli analisti. Poi l’euforia del mercato lo aveva fatto salire in pochi giorni fino a 7,80 con una notevole quantità di pezzi scambiati. Successivamente per una serie di concause, il titolo dell'azienda abruzzese specializzata in idraulica, ha cominciato a perdere fino a scendere sotto la quota di collocamento per poi riprendersi leggermente per via del classico rimbalzo che questo tipo di settore presenta. Le notizie non confortanti provenienti dai mercati latinoamericani, dove la EXSilos TP ha parecchio investito, hanno in seguito messo in crisi definitivamente il titolo, che in tempi recenti è stato più volte sospeso per eccesso di ribasso arrivando a una quotazione molto al di sotto del collocamento ( 4,70 €) provocando la disperazione di quei risparmiatori che avevano scommesso tutto o molto su un’azienda che si diceva sicura. Un classico caso italiano.

Che fare ora mi chiedo, io che ho investito parecchio su questa benedetta azienda? tenere le azioni sperando che il titolo possa risalire in modo da recuperare un po’ del capitale speso; oppure vendere tutto prima che il titolo crolli definitivamente e mi lasci sul lastrico? Beh è proprio vero io non sono Ricucci.

No no, io vendo!

PBI - Il Castorani


E. Castorani, Fonatane e fontanelle, Il Mutino, 2005.

Il saggio su cui ha studiato un'intera generazione di ricercatori, viene ripubblicato in una nuova e aggiornata edizione a dodici anni dalla sua prima stesura. "L'eccellente Castorani" torna ad accendere un dibattino mai del tutto sopito tra i maggiori studiosi contemporanei.

Delitti sessuali

Mi chiede, ha una voce graziosa, se ieri tornando le vie del quartiere erano sicure, perché aggiunge le darebbe fastidio chiedere un ulteriore favore alla collega. Mi propongo di accompagnarla fin sotto casa, se ha paura ad andare da sola, chè del resto mi è di strada, ma si rifiuta categoricamente senza motivo. Paura di che? Tornando da messa forse la madre le avrà detto ciò che una signorina è bene faccia e ciò che una signorina oltre le soglie di un nuovo millennio eviti. E lei evita me e da sola non torna ma scomoda un fratello o un amico al bromuro. Quasi che i maschi della città extracomunitari extravaganti stiano strumento pronto in mano a infilzare la prima pollastrella in un vicolo buio. Ma forse semplicemente non vuole noie, non vuole che un manzo le si avvicini e le parli del suo sorriso degli occhi o del culone. Ma non è la sola, tanto che anche un’altra in età da marito, che attendevo al varco dopo una chiacchierata su addizioni e sottrazioni, si è fatta aspettare da non so chi. Io invece sul tram ho sgranato piselli.

Al lavoro

Sono al lavoro, un lavoro dimerda con una paga da schifo. Sto 8 ore al giorno al telefono ripeto sempre le stesse cose non è un granchè trovate? Eppure la sera o voglia di ridere e non mi deprimo cerco gli amici schivo, paro i loro colpi e a volte ne assesto qualcuno. La vita è questo. Io sono già stanco sta passando un'altra mattina inutilmente.

Beata lei

Il pantalone nero le sta bene e il viso con due occhi stanchi pure meglio. Ci versa da bere a tutt'e due lo stesso intruglio in bicchieri diversi. Ramazza il Posto dall'opposto al lato nostro in cui siamo seduti sudati, ma senza sorridere se non glielo chiedi. Poi il mio giovane amico celato dal bancone fa come a chiederle il tempo. E lei risponde che è lo stesso di sempre, che non è cambiato e va via e ci bacia e ci da dei belli. Io qualche sera dopo, sempre rivolto al mio amico mentre eravamo per strada assumendo nicotina, avverto che una donna di quella stazza prenderebbe il largo con me. Mi risponde facendo tutta una storia e si lamenta di chi vuole uscire soltanto da amica. Poi accende la moto e un mazzo consumato di rose che qualcuno senza starci a pensare aveva dimenticato su una bicicletta.

Con un caffè o senza

Proprio nel bel mezzo di una pacifica conversazione, ne domandava una tazzina scura, sbeccata senza piattino. Fischiava l'ordigno, avvisava i passeggeri miei stimoli in attesa. Poi lo zuccherava a piacere, mai per comando, e leccava il romito cucchiaino che mi passava a mo' di staffetta. Che non fosse un invito quello che io ho sempre preso per pudicizia ostile. Adesso che è ben lungi dal farlo, a meno che in un bar o dove aspetto e le offro da bere, adesso vorrei ricambiarle la cortesia e leccarle anch'io il cucchiaino fino a farlo brillare per poi renderlo intonso. E non mi si venga a dire che non è un desiderio condiviso. Io che prima sputavo nel piatto con pochissime distinzioni di sorta, ora nel peggiore dei casi le leccherei la scodella, anche se m'è bastato, la solitudine fa di questi scherzi, sentirne da lontano l'odore.

La bestia immonda



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Dopo di noi

Mi alzo a fatica dal letto. E' già un'impresa raggiungere il bagno. Una doccia è quello che ci vuole. Lascio cadere l'acqua bollente nel solco della mia spina dorsale. Sto già meglio. Mi vesto piano, l e n t a m e n e n t e. Deglutisco un caffè seduto in soggiorno dove Giovanni fuma e tossisce con in dosso un cappotto per l'intenso freddo. Mi faccio forza, esco. All'inizio mi muovo a fatica, mi fermo mettendo entrembe le mani sulla parte terminale della schiena. Dopo qualche centinaia di metri l'organismo si rimette in moto, sembro quasi una persona normale. In metro ho accanto una ragazza che legge un libro. La fisso e penso a ciò che mi potrebbe fare con le sue carnosissime labbra. Scendo a POLICLINICO. Sulle scale mobili il caffè inizia a fare effetto. Faccio aria. Dietro di me qualcuno tossisce. Malanni stagionali.