Splitting

Dopo il cinema - un film di un regista coreano di cui parlarono il giorno seguente a pranzo anche con me, che non l'avevo neppure visto – salutarono il resto della comitiva e andarono a bere un mojito in un piccolo pub di S. Lorenzo, locale che da qualche tempo, da quando si erano messi assieme, frequentavano assiduamente.
Lui la fece divertire, raccontandole certe storielle davvero spassose: in una c'era un tizio che aveva una tale voglia di bignè alla crema che salì all'ultimo piano de un gratacielo minaciando de butarsi se non gliene avesero pordati almeno quatro, chissà dove le andava a pescare. E aveva poi un modo tutto suo di guardarla e di parlarle in un italiano scempio, che la facevano sentire speciale, lo potrei giurare, più di un poco.
Dopo un ultima sigaretta, che divisero, uscirono e fecero una lunga passeggiata. Il caldo di quel periodo non gli impedì di starsene stretti l'uno all'altra per gran parte del cammino, che li condusse fino a casa di lei. Salirono . Filomena ebbe qualche difficoltà a centrare la toppa della porta dato che la luce del pianerottolo era fulminata, ma Panfilo la soccorse prontamente con l'accendino. Entrarono. La casa, che divedeva con una scontrosa ragazza di Lequile, paesino in provincia di Lecce, era piccola e non proprio pulita. Due stanze da letto, un bagno minuscolo, una cucina abitabile-imvivibile e un ingressuccio che fungeva da salotto. Panfilo chiese qualcosa da bere. Lei scelse due bicchieri da un pila che stava in bilico sul lavandino e gli sciacquò diligentemente con un poco d'acqua fredda. Aprì poi il frigo, un vecchio Ignis mezzo arruginito, e ne tirò fuori un'anonima bottiglia di birra. La stappò e versò il liquido nei bicchieri. Panfilo guardò tutta l'operazione seduto su di una seggiola sgangherata e bevve la birra in un sorso per non sentirne il sapore.
Restarono in silenzio per un pezzo. Lei andò a sederglisi addosso, lui la baciò dolcemente scoprendo così l'amaro gusto di quella birra scadente, e teneramente abbracciati per poco non caddero a terra. Risero, e si baciarono nuovamente e più a lungo. Lui le tirò su la maglietta, quella che le comperai io al concerto dei Nomadi, e cominciò a morderle il seno, mentre lei lo accarezzava teneramente. Si alzarono quasi di scatto, tornarono nuovamente a baciarsi sulla bocca con più foga, avidamente. Panfilo spinse il suo sesso verso quello di lei. Corsero nella stanza da letto. La camera di Filomena parve a Panfilo uno di quei banchetti di vestiti usati: TUTTO A 5 EURO, che si incontrano spesso nei numerosi mercatini romani. Si gettarono sul letto sfatto rovesciando il posacenere che vi era appoggiato. Lui si tolse la magliettina, Hard Rock Cafè Istanbul e le sfilo la sua. La luce della strada filtrava dalla finestra e le illuminava il volto ed il seno di spudorato candore. Panfilo dopo una breve visita sui capezzoli, passò allo sterno e giù al ventre e più giù ancora sbottonandole i pantaloni a vita bassa. Lei cercava di concentrarsi e si tolse i sandali peruviani, lui era sotto un poderoso bombardamento ormonale, a cui non c'era scampo, al quale non volle trovare riparo. Si tolse le adidas che indossava senza calzini. Tornò a baciarla sulle labbra e sul collo, mentre lei provò a spogliarlo. Gli scese i Levi's e li getto lontano, caddero su di una scrivania ingombra di cartine, filrtini, fotocopie e dischi pirata. Gli tolse anche i boxer, resto nudo. Il suo sesso era vicino al volto di Filomena: «Non vorrà che gli faccia un pompino», pensò. Cercò di spostarsì più in alto. Panfilo capì, e buono buono imboccò la solità strada.
Giacevano di fianco, lui le stava dietro muoventosi in modo randomatico. Gentile le sussurrò in un orecchio a che punto fosse e fece una smorfia strana, era evidente che stesse per venire. Fu in quel preciso istante che Filomena si perse. Quell' espressione gli rammento suo padre il giorno in cui ebbe il menarca. Era una mattina di novembre, la mamma era fuori, Filomena entrò in cucina assonnata come sempre. Il padre in piedi al centro della stanza bevava un amaro caffè. La guardò prima distrattamente sorridendole, poi si accorse che il suo pigiamino con gli orsetti gialli era sporco di rosso. Rabbrividì e distolse lo sguardo imbarazzato. Gli si avvicino per baciarlo, ma lui si ritrasse, la respinse quasi, facendo quella stessa smorfia che ora appariva sul volto contratto di Panfilo.
Di lì a poco lui venne miseramente compiaciuto. Dopo qualche carezza e bacio doveroso si alzò per andare a pisciare, accese la luce del bagno e si tirò sul il prepuzio per indirizzare meglio il getto. Lei in camera già fumava l'ultima Merit di un vecchio pacchetto recuperato sotto il letto nell’atto di cercare gli slip.

1 commenti:

savio ha detto...

caro, ma splitting sta per prova brasiliana? ciao

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