Abbozzi inediti 1

L’avevo incontrato per caso a guerra finita. Era in via *** già da qualche giorno, mi disse, dopo un breve racconto di quei tragici giorni, poi aggiunse seccato: “Tu dov’eri durante i bombardamenti?” non guardandolo in volto mormorai: “Ero fuori città, ho una casa in campagna, lì abitavano i miei”. Facemmo un pezzo di strada a piedi in pianura fra i resti di qualcosa d’antico, da un tram fermo ci sentimmo chiamare: “Cercano pane” disse. Mi fermai guardandolo, Berto rise strano e continuo zoppicando. La strada in quel tratto proseguieva in discesa e Berto faceva fatica, trascinava la gamba sinistra e di tanto in tanto tratteneva una smorfia di dolore o forse era il viso provato che riusciva a mimetizzarla.
Giunti in via del Rosario, trovammo una piccola folla stranamente ordinata: ci accodammo pazienti per riuscire anche noi a mangiare qualcosa. In fila discutemmo con gli altri - molti erano forestieri o dei paesi vicini - i perché della guerra, in uno strano accento un ragazzo sospirò: “Giusta o ingiusta che fosse è finita”, a quel punto molti tacquero e io ero fra questi; Berto, invece, continua a discutere acceso si fermò soltanto davanti alla zuppa ed il pane. Lo Salutai dopo il pasto, e promisi di passarlo a trovare: “Resti a via *** ?” chiesi prima di andare, fece cenno di sì e continuo la sua arringa, presi ciò che era mio e mi mossi.

0 commenti:

Posta un commento