La sera prima della prima sera (racconto medio dell'uso)

Anche quella volta per mettersi in contatto decisero di fare un uso infinito di mezzi finiti: parlarono a lungo lungamente, ognuno aspettava il suo turno diligentemente ed era: pertinente, breve, preciso e vero. Percorsero con quel antico mezzo di trasporto che è la lingua, numerose strade: alcune ampie e scorrevoli, altre piccole, centrali e trafficate (frequentatissime), altre ancora dismesse ormai.

Ognuno di loro - ognuno di loro aveva in casa un enorme armadio a muro in cui, accanto ai vestiti dell'ultima stagione, c'erano i vecchi indumenti dei padri ed dei nonni - aveva indosso un cappotto, ché faceva freddo ed era autunno inoltrato. Gli alberi del piccolo parco in cui incontravansi quotidianamente nel pomeriggio erano tutti spogli delle foglie: parevano genealogici o sintagmatici quasi.

Antonella aveva mangiato una pesca per colazione, così raccontava, mentre Alessandro era stato a pesca in mattinata, ma sembrava, pareva, parse a molti, che avessero fatto tutt'e due la stessa identica cosa. Tutti erano allegri quella sera e si scherzava con Alessandro perché non riusciva mai a mettere la sorda in casa, solo a Tiziana gli brillano gli occhi e se ne stava zitta zitta. Stefania, che è la più carina e gentile di tutte, se ne accorse ovviamente, e gli chiese: - Tizi che c'hai? - Ma ella non rispose e corse via piangendo ad dirotto, a dirnove. - Credo che si deve fermarla - fece Pietro scosso, ma nessuno gli dette retta: assolutamente, e restarono tutti lì cioè. Anche Marco andò via dopo un poco perché doveva uscire con degli amici francesi di Francia e Alessandro che quella comitiva non gli piacevano, storse il muso salutandolo, ma Marco non se la prese, ma si portò via lo stesso Antonella per fare coppia.

Alessandro e Stefania, dopo che Pietro nascosesi dietro a un dito, restavano soli, egli: - Che facciamo 'sta sera Ste? Lei: - Niente, io debbo andare a casa mia - e si tirò su il cappuccio, il cappuccino, che il freddo incominciava ad essere pungente. I due si salutarono senza baci e Alessandro si rattristì un poco ma poi gli passò, poi.

Al mio amico Francesco Sabatini.

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